Nel cuore della Toscana senese, immerso in uno scenario naturale suggestivo, si trova un luogo al confine tra realtà e leggenda.
Si narra infatti che nel piccolo comune di Chiusdino, a circa 40 km da Siena, sia probabilmente nata una delle leggende più famose di tutti i tempi: la leggenda bretone di re Artù.
Ma cosa c’è di vero in tutto questo? Chi era San Galgano e come è nata la leggenda della sua spada?
Noi abbiamo deciso di approfittare della nostra vacanza in Toscana per andare a scoprirlo con i nostri bambini, da sempre affascinati da Re Artù e dalla sua spada nella roccia.

La spada nella roccia di San Galgano: chi era San Galgano e come è nata la sua leggenda?

Ma iniziamo a raccontare tutto dall’inizio, dalla storia di un giovane cavaliere, Galgano, nato nel 1147 a pochi chilometri da Siena.
Si narra che al cavaliere Galgano apparve l’Arcangelo Michele che lo guidò fino alla collina di Montesiepi. Qui gli apparvero i dodici Apostoli davanti ad un tempio di forma rotonda. Fu così che Galgano decise di abbandonare la sua vita da cavaliere per intraprendere una nuova vita da eremita: prese la sua spada e la infisse in una roccia sulla collina di Montesiepi, dove decise poi di passare l’ultimo anno della sua vita.
Subito dopo la morte di Galgano venne eretto l’Eremo di Montesiepi (la Rotonda), completato nel 1185, anno in cui avvenne la canonizzazione di San Galgano. L’eremo fu concepito come un mausoleo con il nobile scopo di proteggere la tomba del Santo e la roccia con la spada.
Da più di ottocento anni questa spada è ancora lì nella sua roccia (ora protetta da una teca per evitare atti vandalici) per essere ammirata in tutto il suo fascino.
E’ possibile che il mito bretone sia nato proprio qui, in questo piccolo paesino toscano, e da qui si stato esportato in Francia e poi nel ciclo arturiano?

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L’eremo di Montesiepi

L’Eremo sorge sulla collina di Montesiepi dominando la campagna circostante. E’ un luogo estremamente suggestivo e misterioso. Proprio nell’eremo infatti, oltre alla famosa spada nella roccia, si pensa sia custodito il Santo Graal. Ovviamente nessuno l’ha ancora trovato… ma volete mettere il fascino che emana il solo pensiero che nascosto sotto il pavimento si celi uno dei misteri più grandi e irrisolti dell’umanità?
L’Eremo si presenta come una cappella rotonda, sormontata da una bellissima cupola semisferica formata da anelli concentrici che creano l’illusione dell’infinito. Al centro si trova la famosa roccia con la spada mentre sulla sinistra si trova piccola cappella affrescata da Ambrogio Lorenzetti.

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L’abbazia di San Galgano

Negli ultimi anni della sua vita, attorno al cavaliere eremita Galgano si creò una comunità monastica che aderì all’Ordine Cistercense. Man mano che questa comunità crebbe, si fece avanti la necessità di avere una sede più grande.
Fu così che, tra la fine del XII secolo e l’inizio dell’XIII secolo, la comunità decise di trasferire la propria sede in un nuovo e più ampio spazio nel pianoro sottostante alla collina di Montesiepi: l’Abbazia di San Galgano.
I lavori dell’Abbazia, in stile gotico cistercense, terminarono nel 1288. Il suo periodo più importante fu durante il XIII ed il XIV secolo, ma dal XV iniziò il suo declino. Nel 1781 crollarono le volte di copertura della chiesa abbaziale e nel 1786 crollò il campanile.

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Quello che si presenta agli occhi dei visitatori al giorno d’oggi è una spettacolare chiesa senza il tetto, immersa nella campagna e sovrastata dall’Eremo. Entrando l’emozione è molto forte: si avverte adrenalina pura, ci si commuove quasi per la bellezza del posto. E’ come guardare un’enorme finestra sul cielo… Lo scenario è talmente spettacolare che questa ex Abbazia si presta ora a numerosi concerti estivi.
A seconda del momento della giornata la luce entra in modo differente e crea scenografie molto varie. Noi ci siamo stati nel tardo pomeriggio, col sole che entrava e illuminava parzialmente una delle facciate interne creando ombre molto suggestive: impossibile non innamorarsene.

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La spada nella roccia di San Galgano: tra storia, mito e legenda

Nessuno sa con certezza se il mito bretone sia nato qui in Toscana e poi sia stato trasferito in Bretagna oppure se i monaci cistercensi abbiano importato il mito di re Artù in Toscana e Galgano l’abbia solo emulato. L’unica certezza è che in un paesino alle porte di Siena, in un eremo dalla forma rotonda è conservata un’antica spada nella roccia.
E come ogni leggenda che si rispetti il mistero è quello che la rende così viva e suggestiva.

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Informazioni pratiche per la visita all’Abbazia di San Galgano

Nei pressi dell’Abbazia di San Galgano si trova un ampio parcheggio gratuito dal quale si può raggiungere a piedi sia l’Abbazia che l’Eremo.

L’Eremo di Montesiepi è visitabile gratuitamente tutti i giorni. Vi si può arrivare in macchina (c’è un parcheggio vicino) oppure a piedi attraverso due sentieri: uno parte dal parcheggio principale, l’altro sul retro dell’Abbazia di San Galgano.

L’Abbazia di San Galgano è visitabile tutti i giorni e per accedervi occorre pagare un biglietto (3.50 euro per l’intero e 3.00 euro il ridotto, gratuito sotto 6 anni). Per vedere gli orari di apertura si può consultare il sito del Comune di Chiusdino.

Nel Comune di Chiusdino è possibile visitare, con il biglietto dell’Abbazia, anche il Museo di San Galgano: qui sono conservati dipinti, sculture e oreficeria sacra dedicata a San Galgano.

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