L’Australia è un viaggio che ti riempie l’anima. Servirebbero infinite settimane per capirne le sfaccettature, ma a noi sono bastati pochi giorni per innamorarcene perdutamente. Il nostro itinerario di tre settimane in Australia ci ha permesso di visitare iconiche città, di attraversare il Red Centre, di avventurarci nella foresta pluviale e di scoprire la più grande barriera corallina del mondo. Ecco nei dettagli come ci siamo organizzati.

L’Australia è un paese infinitamente grande: la sua superficie è pari a 26 volte l’Italia e al suo interno si attraversano ben tre fusi orari. Non c’è un periodo adatto a visitarla, perché ogni sua regione ha un clima diverso dall’altra. Noi abbiamo avuto la fortuna di scoprirla qualche anno fa, in viaggio di nozze e quindi senza figli, nel mese di maggio.
La nostra primavera corrisponde in buona parte dell’Australia all’inizio dell’autunno o all’inizio dell’inverno: non volendo portare con noi giacconi troppo pesanti e preferendo evitare freddo e pioggia, abbiamo deciso di organizzare le nostre tre settimane in alcune delle zone più adatte in questo periodo dell’anno.
Il nostro itinerario di tre settimane è pertanto partito dalla bellissima città di Sydney, è poi proseguito volando fino al Red Centre, il cuore rosso australiano, è continuato poi nella zona nord, dove abbiamo potuto immergerci negli scenari della foresta pluviale del parco Nazionale Kakadu, ed è terminato nella zona est del paese, nel bellissimo Queensland, dove abbiamo nuotato vicino alla Grande Barriera Corallina e abbiamo avuto modo di ammirare il punto in cui essa si incontra con la foresta pluviale.

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Uluru

Cosa fare prima di partire per un itinerario in Australia

Prima di partire per un viaggio intercontinentale è fondamentale organizzare alcuni dettagli per evitare disagi o disavventure poco piacevoli.
A tale riguardo noi abbiamo dedicato un post con la nostra check-list che seguiamo quando organizziamo dei viaggi in autonomia: come viaggiare in sicurezza con bambini.

1 – Documenti

In particolare per l’Australia, oltre al Passaporto in corso di validità, è necessario fare un visto di ingresso. Il visto può essere di due tipologie: il visto turistico eVisitor per l’Australia oppure quello valido per viaggi di lavoro (viaggio d’affari in Australia). Il visto turistico ha validità 90 giorni ed è possibile richiederlo anche online.

2 – Vaccinazioni necessarie

Per quanto riguarda la sicurezza e le vaccinazioni da fare, conviene sempre fare riferimento al sito “viaggiare sicuri” della Farnesina. Al momento non è necessario effettuare particolari vaccinazioni prima di partire per l’Australia.

3 – Prenotazione voli

Mesi prima del viaggio occorre monitorare i voli. Considerata la lunghezza della tratta, è necessario valutare bene gli scali comodi e più convenienti.
Oltretutto la superficie australiana è vasta, quindi bisogna anche prevedere dei voli interni: prima ci si muove e meglio è, se no si rischia di pagare un vero salasso.

Noi abbiamo scelto un volo di andata Qantas Airways con partenza da Roma, scalo ad Hong Kong e arrivo a Sydney e un volo di ritorno Australian Airlines con partenza da Cairns e scalo a Singapore e seguente volo Qantas Airways fino a Francoforte.
Oltre ai voli intercontinentali abbiamo preso tre voli interni (Sydney-Ayers Rock, Alice Springs-Darwin e Darwin-Cairns), tutti con Qantas Airways sfruttando una bella promozione all’atto di acquisto, comprendente il volo intercontinentale e tre voli interni.

4 – Noleggio automobile

Per gli spostamenti sul posto, A Sydney non abbiamo prenotato alcun veicolo perché ci si siamo spostati con i mezzi pubblici.
Nel centro Australia e nel Nord Australia, se ci si sposta in autonomia come noi, è necessario invece noleggiare una macchina. In particolare, noi prima di partire abbiamo noleggiato un fuoristrada per attraversare il Red Center e una normale utilitaria per visitare i territori del nord.
Per poter noleggiare una macchina in Australia serve avere una carta di credito mentre per potere guidare è necessario munirsi di un permesso di guida internazionale, accompagnato dalla patente di guida emessa nel Paese di residenza.
Inoltre bisogna tenere presente che la guida è sul lato sinistro della carreggiata!

5 – Assicurazione di viaggio

Infine, non ci si deve dimenticare, prima di partire, di stipulare una buona assicurazione di viaggio che copra la parte medica ma anche l’annullamento. Chi ci segue sa che noi da anni ci affidiamo a Columbus Assicurazioni: con questa assicurazione abbiamo anche stipulato una convenzione per i nostri lettori che con il codice TBG027 possono avere uno sconto del 10% sulle polizze stipulate. Per tutti i dettagli rimandiamo comunque a questo post : Columbus Assicurazioni.

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La nostra macchina a noleggio

Il nostro itinerario di tre settimane in Australia: da Sydney a Cape Tribulation, passando per l’infinito

Come abbiamo già detto in precedenza, il nostro viaggio in Australia è stato un viaggio a due. Ora che abbiamo i figli con noi e che viaggiamo sempre con loro possiamo garantire che tutto quello che abbiamo fatto è adattissimo anche a loro.
Specifichiamo soltanto che per poter vedere tutto quello che siamo riusciti a vedere noi occorre svegliarsi molto presto e bighellonare in giro fino a tardi!
Se quindi avete la fortuna e la possibilità di poter portare con voi la vostra prole, non abbiate esitazioni, magari cercate soltanto di distribuire l’itinerario su qualche giorno in più!

1 – Sydney e Blue Mountains

La nostra prima tappa dell’itinerario australiano è stata Sydney, la capitale del New South Wales, affacciata sull’affascinante Port Jackson, meglio noto come Sydney Harbour.
Sydney è una metropoli, una delle città più grandi dell’Australia, una città luminosa e vivace che offre bellezze naturali ma anche culturali. Noi l’abbiamo amata fin dal primo momento, con la sua ecletticità fortemente influenzata sia dalle sue origini europee che dalla vicina cultura asiatica.
Arrivando in città di sera, abbiamo potuto riposarci e dormire tutta la notte e questo ci ha permesso di gestire meglio il Jet lag.
Per scoprire la città abbiamo avuto a disposizione tre giorni pieni. Nel suo centro abbiamo visitato il primo giorno il Sydney Harbour con la bella baia e abbiamo partecipato ad una visita guidata della famosa Opera House, dalla quale abbiamo ammirato il ponte più famoso della città Harbour Bridge, riposandoci nei due parchi della città più famosi, i Royal Botanic Gardens e Hyde Park. Alla sera abbiamo scoperto il quartiere Darling Harbour, dove si trovava il nostro hotel (Four Point By Sheraton, ora però chiuso), passeggiando e salendo a bordo della coreografica monorotaia.

Abbiamo deciso poi di dedicare la seconda giornata ai dintorni della città, andando alla famosissima spiaggia Bondi Beach e raggiungendo in traghetto il famoso quartiere Manly.

L’ultima giornata abbiamo deciso di prenotare una escursione guidata (se non si ha la macchina a disposizione è necessario affidarsi a qualcuno) che ci ha portati ad esplorare le meravigliose Blue Mountains, le montagne situate ad ovest della città. Siamo saliti a bordo di una delle funicolari più ripide del mondo per ammirare panorami unici, come quello sulle formazioni rocciose chiamate Three Sisters. Al ritorno abbiamo fatto una tappa in uno dei parchi più famosi della zona, il Featherdale Wildlife Park, un parco che ospita oltre 2.000 animali nativi australiani appartenenti a oltre 260 specie diverse e dove è possibile vedere da vicino e intagine con koala e wallaby.

Featherdale Park sydney australia
Featherdale Park

2 – Ayers Rock, Kings Canyon, Alice Springs

Come già accennato, da Sydney abbiamo preso un volo interno Qantas Airline che ci ha portati dritti nel cuore del paese, Ayers Rock. Qui abbiamo ritirato il nostro fuoristrada a noleggio e ci siamo avventurati nella terra dei meravigliosi ed affascinanti estremi, raggiungendo il nostro hotel (The Lost Camel). Il paesaggio lascia subito senza parole, soprattutto per chi come noi arriva dalla popolosa Brianza. Il paesaggio è desertico, arido e pianeggiante e si estende pressoché all’infinito, interrotto solamente da due formazioni impressionanti di pietra che è impossibile non aver mai ammirato in fotografia: l’immenso monolite sacro di Ayers Rock (in aborigeno Uluru) e le cupole rocciose che caratterizzano i Monti Olga (in aborigeno Kata Tjuta), entrambe facenti parte dell’Uluru-Kata Tjuta National Park.

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Monti Olgas

L’intero territorio di questo parco nazionale è sacro per gli aborigeni e per poterlo visitare occorre acquistare un biglietto acquistabile all’ingresso del parco o online.

Dopo aver lasciato i nostri bagagli presso l’hotel, ci siamo avventurati presso i Monti Olgas, uno strano gruppo di ben 36 cupole naturali rocciose, frutto di secoli di erosioni eoliche e pluviali. Qui è possibile sostare e girovagare in solitaria, percorrendo un sentiero lungo circa sette chilometri e mezzo e scattando foto da cartolina.

Una volta che ci siamo riempiti di immenso, siamo rientrati per ammirare il tramonto sul monte sacro più famoso del mondo, l’Uluru, che troneggia e domina tutta l’area di Ayers Rock. Questo monte sorge a 348 metri dal deserto e ha una circonferenza superiore ai 9 km. Ayers Rock cambia colore a seconda dell’ora del giorno, andando dall’arancione al lilla nel giro di pochi minuti. Il momento del tramonto e dell’alba sono i migliori per ammirare lo spettacolo di colori che il sole crea intorno ad Ayers Rock.
Per non farsi mancare nulla, qui abbiamo ammirato il cielo stellato più luminoso di tutta la nostra vita. Pura magia.
La mattina seguente ci siamo svegliati all’alba per ammirare anche lo spettacolo di colori che il sole offre quando si alza sul monte sacro e abbiamo avuto il tempo per poter camminare attorno al monolite (abbiamo percorso la base Walk, lunga circa 10 km), esplorando questa zona ma rispettando la sua sacralità: anche se in molti vogliono salire e scalare l’Uluru, per rispetto verso gli aborigeni è bene non farlo. Oltretutto la salita è piuttosto difficoltosa e pericolosa.

Ci siamo poi diretti con la nostra vettura verso un’altra tappa imperdibile del Red Centre, il Kings Canyon, nel parco nazionale di Watarrka, a poche ore di auto da Ayers Rock.
Per raggiungere il Kings Canyon abbiamo percorso una parte della strada principale che attraversa il deserto rosso australiano, la Lasseter Highway.
Spostarsi nel Red Centre è già di per sé un’avventura, qualcosa che si può capire solo se la si prova: questa autostrada è lunghissima e dritta, quasi deserta e attraversa un paesaggio desertico rossastro che ricorda un po’ Marte. Noi l’abbiamo percorsa per molti chilometri, incrociando pochissimi mezzi: al tempo stesso fa paura e affascina. Soprattutto se lungo la strada si incontra un gigante della strada, uno dei famosissimi Road Trains.
Kings Canyon è un’area molto antica dell’Australia centrale, caratterizzata da enormi muri di arenaria rossa che si innalzano fino a 300 metri di altezza e gole strette e profonde. È possibile esplorare il canyon seguendo due diversi sentieri, uno più lungo e uno semplice e corto.
Noi abbiamo percorso quello più breve al pomeriggio fino al tramonto: questo sentiero si chiama Kings Creek Walk ed è abbastanza semplice, segue il letto del fiume e porta fino ad un punto panoramico strepitoso. Si rientra sullo stesso sentiero e tra andata e ritorno occorre circa un’ora di cammino.
Il mattino seguente abbiamo percorso il sentiero più lungo e faticoso (il Kings Canyon Walk), che incomincia con una ripida salita fino alla sommità del Canyon e segue poi il margine del Canyon stesso fino a riscendere fino al parcheggio. Per questo sentiero servono scarpe robuste, acqua a disposizione e buona salute fisica. Se non ve la sentite, già con il sentiero più semplice è possibile ammirare paesaggi unici sul Canyon. Se invece pensate di farcela, cercate di raggiungere il Giardino dell’Eden, un’oasi ombreggiata con piscine naturali dove in estate è possibile fare il bagno.
La nostra base per esplorare il canyon è stato il Kings Canyon Resort, un bel resort con varie soluzioni e la possibilità di fare un bbq australiano sotto il cielo stellato.

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Kings Canyon

Per raggiungere la tappa successiva, Alice Springs, è possibile percorrere due diverse vie. Una che ritorna sulla strada principale, la Lasseter Highway e una che invece prevede il passaggio sulla Mereenie Loop Road, una strada sterrata che attraversa terra aborigena e che quindi è soggetta al rilascio di un permesso rilasciato dal Central Land Council. Noi abbiamo noleggiato un fuoristrada proprio per percorrere questo tratto fuori dal mondo. Il paesaggio è davvero unico e lungo la strada è possibile effettuare varie soste fotografiche e deviazioni. Noi abbiamo deviato fino a Gosse Bluff, un cratere provocato dalla caduta di una meteora milioni di anni fa sul quale aleggia una leggenda aborigena.


Tra strada sterrata e soste varie, siamo arrivati ad Alice Spring in serata e ci siamo diretti subito al nostro hotel, l’Aurora Alice Springs.

Mereenie Loop Road

La nostra prima giornata ad Alice Springs ci ha regalato un incontro molto atteso: abbiamo infatti incontrato i nostri primi canguri in libertà, proprio come da noi è possibile incrociare capre o animali selvatici. La prima volta non si scorda mai!
Alice Springs è una cittadina che sorge solitaria nel centro dell’Australia, come un’oasi nel deserto, circondata da montagne rocciose e immersa in un ambiente arido molto affascinante. Qui è possibile incontrare la popolazione aborigena, che vive e lavora nei negozi della città. Ai tempi della nostra visita, ci è stato sconsigliato di girare la sera tardi, per non rischiare di incontrare aborigeni ubriachi in giro per la cittadina che ogni tanto diventavano molesti.
Ad Alice Springs è possibile acquistare presso i numerosi atelier molti oggetti d’arte aborigena, gli strumenti tipici didgeridoos e i preziosi dipinti aborigeni, venduti con tanto di certificato di autenticità. I prezzi già ai tempi del nostro itinerario non erano modici, ma ovviamente noi ne abbiamo acquistato uno, che troneggia ancora nel nostro salotto e ci ricorda questo splendido viaggio ogni giorno.
Sempre ad Alice Springs noi abbiamo visitato la famosa Old Telegraph Station e il suo museo, che raccontano la storia dei pionieri che conquistarono il Red Centre collegando con il telegrafo prima e la ferrovia poi Adelaide a Darwin. La stazione del telegrafo di Alice Springs, inaugurata nel 1872, ebbe un ruolo di primaria importanza nello sviluppo dell’Australia in quanto ridusse di colpo l’isolamento degli Australiani dal resto del mondo.
Ad Alice Springs si trova anche la School of the Air, la scuola attraverso la quale i ragazzi ricevono l’istruzione via radio, e la Royal Flying Doctor Service, il punto di riferimento di pronto intervento del Centro Australia.
Noi abbiamo avuto modo di visitare anche il Desert Park, situato sui rilievi dei MacDonnell Ranges a circa 10 minuti di auto dalla cittadina, un parco che rappresenta i tre maggiori habitat australiani, con più di 120 specie di animali, alcune delle quali in via d’estinzione, e 120 specie di piante.
Sempre ad Alice Springs abbiamo fatto la cena più particolare del nostro viaggio, a base di carne di canguro, coccodrillo ed Emù presso il Bojangles Restaurant.

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Canguri in libertà

3 – Darwin, Kakadu, Katherine

Dopo aver rilasciato il nostro 4×4 presso l’aeroporto di Alice Springs, abbiamo preso un nuovo volo interno Qantas Airlines per Darwin, la capitale dei Territori del Nord, una città australiana tropicale affacciata sul mare, situata all’estremo nord dell’Australia e la cui origine risale all’età della “corsa all’oro”. All’aeroporto di Darwin abbiamo ritirato il nuovo mezzo, una normale berlina con cambio manuale.
Il nome della città si deve al naturalista Charles Darwin, che scoprì la sua baia nel 1839.

Darwin di per sé non offre nulla di che, considerato il fatto che è stata rasa al suolo completamente nel 1974 a causa del tifone Tracy. Sono pochi gli edifici storici che hanno resistito alla violenza di Tracy: l’Old Navy Headquarters, il quartiere generale della marina, il Brown’s Mart, l’edificio più antico del centro e il Fannie Bail Jail.
La città oggi si mostra dunque molto moderna e poco attraente. Qui vive la maggior parte degli abitanti del Northern Territory, un miscuglio di persone provenienti da oltre 40 paesi diversi. Anche se non è bella, Darwin è una base perfetta per partire alla scoperta dei Territori del Nord.
Se avete tempo, noi abbiamo apprezzato anche la visita al centro culturale Northern Territory Museum of Art and Science, che ospita varie gallerie d’arte aborigena e reperti archeologici.
A Darwin abbiamo dormito presso il Travelodge Resort Darwin, comodo per raggiungere in poco tempo il centro città.

Il giorno seguente con la nostra macchina ci siamo diretti verso uno dei parchi più belli d’Australia, il Kakadu National Park, a circa 250 chilometri da Darwin: una riserva del Commonwealth che si estende per quasi 20000 chilometri quadrati e comprende le terre di un certo gruppo di aborigeni, che sono state date in gestione al governo affinché le amministri come parco nazionale.
Per accedere al parco bisogna pagare una tariffa di ingresso.
Il Kakadu è il parco più esteso d’Australia ed è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Comprende numerose specie animali e vegetali e si presenta con paesaggi unici: scarpate frastagliate, verdeggianti foreste pluviali, stagni ricchi di ninfee, cascate, i famosi stagni chiamati billabong, gole rocciose e alcuni tra i migliori esempi di arte rupestre aborigena risalenti a 20.000 anni fa.
Essendo un’area tropicale, il periodo migliore per poterlo visitare è quello della stagione secca, che va da maggio/giugno a settembre/ottobre.
Noi ci siamo diretti verso il nostro alloggio all’interno del parco, l’Aurora Kakadu Resort, dove abbiamo lasciato i bagagli e abbiamo prenotato una crociera lungo il Yellow Water Billabong per il giorno seguente. Queste crociere sono imperdibili perché permettono di immergersi letteralmente in questi paesaggi unici, immensi, ricchi di coccodrilli, animali e uccelli che non esistono nel nostro continente.

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Coccodrillo al Kakadu

Oltre alla crociera, durante la nostra permanenza abbiamo avuto modo di ammirare l’arte rupestre aborigena da vicino in diversi siti, come il sito d’arte rupestre spettacolare di Ubirr, raggiungibile facilmente e la famosa Nourlangie Rock.
Mentre si percorrono le strade, è facile imbattersi in canguri o in altri animali autoctoni, oltre a numerose specie di uccelli. Abbiamo incontrato anche numerosissimi termitai giganti, alti anche il doppio di noi.

La nostra tappa seguente è stata Katherine, il fulcro della Katherine Region, che comprende alcune delle più spettacolari aree selvagge e incontaminate della terra, il Nitmiluk National Park. Il paesaggio fantastico inizia a soli 30 km dal centro della città e comprende le spettacolari scogliere di arenaria e le verdi acque della spettacolare Katherine Gorge (Nitmiluk). Il modo migliore per avventurarsi e scoprire questa gola è anche in questo caso una crociera organizzata, che porta a scoprire le altissime scogliere che la caratterizzano alternate da graziose spiaggette sabbiose.

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Katherine Gorge

Oltre alla crociera, noi abbiamo avuto modo di avventurarci a piedi in un altro luogo incantato di questa regione, le Edith Falls (Leliyn). Si tratta di una serie di cascate e piscine naturali formate dal fiume Edith nel Parco Nazionale di Nitmiluk, a circa 60 chilometri a nord di Katherine. Le cascate scendono da un’altitudine di 176 metri sul livello del mare e hanno un’altezza compresa tra 8,7 e 12 metri.
La città di Katherine offre davvero poco, però se avete tempo dedicate un’oretta alle belle piscine termali calde della città, accessibili gratuitamente.
Il nostro hotel a Katherine è stato il Pine Three Motel, situato appena fuori città immerso in un bel giardino.

Da Katherine siamo tornati a Darwin, dove abbiamo dormito nuovamente presso il Travelodge Resort Darwin. Di qui la mattina del giorno seguente abbiamo preso un volo interno verso Cairns, nel Queensland.
Sulla strada verso Darwin ci siamo imbattuti in diversi scenari che ci hanno catturato. In particolare, moltissimi termitai giganti e bellissime piscine naturali, dove ci siamo rinfrescati e riposati un po’.

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Termitai giganti
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Cascate vicino a Katherine

4 – Cairns, Green Island e la Grande Barriera Corallina

La parte finale dell’itinerario di tre settimane in Australia è stata concentrata tutta nel Queensland. Siamo atterrati a Cairns e di qui ci siamo subito spostati con un traghetto veloce a Green Island, una piccolissima isola di 15 ettari a soli 45 minuti di navigazione da Cairns, circondata dalla Grande Barriera Corallina australiana, una delle sette meraviglie naturali del mondo.

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Avvistamenti dal molo di Green Island

Green Island ospita un unico resort di lusso, il Green Island Resort, costruito con materiali naturali nel rispetto del delicato ecosistema che lo circonda ed è un piccolo paradiso.
L’isola è accessibile anche a turisti giornalieri e diventa esclusiva per gli ospiti da metà pomeriggio, dopo che parte l’ultimo traghetto veloce che riporta i non residenti sulla costa.
L’isola offre una bellissima spiaggia bianca attrezzata, lambita da acque cristalline ricche di pesci tropicali e una foresta dove vivono più di 120 specie di piante native e 20 diversi tipi di uccelli colorati.
Noi ci abbiamo trascorso 5 rilassantissime notti in una delle suite del resort e abbiamo potuto scoprirla in lungo e in largo percorrendo i suoi sentieri che attraversano la piccola foresta e facendo snorkeling nelle acque della barriera. Per fare una passeggiata intorno all’isola ci si impiega poco più di mezz’ora!
Non sono molte le isole australiane affacciate sulla barriera ad essere adatte nel mese di maggio e Green Island è una delle poche lussuose ma accessibili al tempo stesso.

5 – Cape Tribulation

Dopo esserci rilassati nella paradisiaca Green Island, tramite traghetto siamo tornati a Cairns, che abbiamo usato come base per esplorare l’estremo nord. Non avendo a disposizione una macchina, abbiamo deciso di partecipare ad un tour organizzato dal nostro hotel, il Cairns Colonial Club.
Grazie a questo tour abbiamo avuto modo di visitare Port Douglas e due parchi naturali entrambi patrimonio dell’umanità: il Daintree National Park e l’affascinante Cape Tribulation Rainforest, dove ci si trova circondati da enormi alberi centenari. Il tour ci ha permesso di fare anche una crociera lungo il Daintree River, ricco di coccodrilli, rettili e molti uccelli autoctoni. Infine, ci ha portati in un posto di una bellezza unica ovvero l’unico posto al mondo in cui la foresta pluviale e la Grande Barriera Corallina si incontrano, ovvero Cape Tribulation.

Da Cairns siamo poi ripartiti verso Singapore, scalo del nostro volo di ritorno verso l’Italia.

Cose da sapere se si intende visitare l’Australia

Se si vuole visitare l’Australia, bisogna tenere presente che ci sono regole da seguire, molte delle quali servono a conservare un ecosistema unico al mondo.
Già alla dogana vi accorgerete degli accurati controlli all’ingresso: non è possibile infatti introdurre piante, fiori, semi, cibi o oggetti di origine vegetale.

Lungo il nostro fantastico itinerario di tre settimane in Australia abbiamo avuto modo di incontrare tantissimi animali che vivono solo in questo Paese. Fortunatamente i nostri incontri sono sempre stati in sicurezza e non siamo mai stati in pericolo. Chi intende recarsi in questo Paese, però, deve sapere che lungo le strade e nei punti più pericolosi sono affissi giganteschi cartelli di avvertimento e pericolo: non è infatti raro imbattersi in animali letali che attaccano l’uomo come i giganteschi coccodrilli che popolano tutte le acque (dolci e salate) australiane soprattutto del Nord Queensland e del Northern Territory, gli squali negli oceani, le meduse box jellyfish/stinger dai tentacoli lunghissimi del Queensland che producono ustioni mortali.

Quando si guida nelle aree desertiche, fare scorta di benzina ogni volta che è possibile e non rimanere mai senza scorte di acqua. E’ anche bene avvisare gli hotel dove si è diretti o dove ci si sta dirigendo, per stare tranquilli in caso di problemi.

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Tappa rifornimento

Infine, ricordatevi di portare un adattatore per la corrente elettrica.

L’Australia per noi non è stato un semplice viaggio, ma IL viaggio. Quello che ci è rimasto nel cuore e che ancora ci riempie l’anima.
Tre settimane non sono molte, anzi sono davvero poche per un Paese così grande, complesso e ricco come quello australiano.
Non ci resta che sognare, sognare di tornarci un giorno, magari con in tasca un biglietto di sola andata.

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